Amati a casa nostra
Casa è il posto più nostro, di cui riconosciamo rumori, odori, profili. È il luogo dove torniamo per sentirci sicuri. Quando la malattia irrompe nel nostro corpo, scuote anche queste mura e le relazioni fra chi le abita.
Ma qualcuno può bussare e riportare la luce. L’équipe delle cure domiciliari entra in punta di piedi nella vita del malato e di chi gli sta accanto.
Dà, chiedendo permesso, e riceve.
«La sofferenza di una giovane donna, la sua accettazione silenziosa e la tenacia di Sofia ci pongono
inevitabilmente domande sul senso della nostra esistenza, ci rimettono in moto come persone oltre che come professionisti e ci rendono più desiderosi di spenderci, come possiamo, per portare con queste famiglie almeno un po' della loro croce. Sofia non ha mai smesso di desiderare e perseguire ciò che poteva avere».
Francesca, medico palliativista
«Nel percorso palliativo, pur consapevole dei protocolli, ho capito che potevo fare con Nunzio un lavoro partecipato. Capire con lui il grado di cure da somministrare, tenendo in considerazione quella gradualità che poi gli ha permesso di concludere il suo cammino, assolvendo a tutti quelli che considerava i suoi desideri».
Rosa, infermiera di A Casa Tua
Non si accompagna mai il malato terminale alla morte, si tratterebbe di un percorso impossibile, finché si vive l’accompagnamento è sempre dentro i passi del vivere.



