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La vita di chi resta.
Monica e il Gruppo A.M.A.

Mi è stato chiesto di scrivere alcune riflessioni sul tema della CURA a partire dall’esperienza che da alcuni anni vivo, in qualità di facilitatore del gruppo di auto-mutuo-aiuto per l’elaborazione del lutto, dell’Associazione Il Passo. La perdita di una persona cara, alla quale ci legano vissuti, ricordi e sentimenti profondi, è una delle esperienze più dolorose che, come esseri umani, ci è dato di sperimentare nel corso della vita e per la quale ci sembra di non essere mai preparati. Ci sono tappe che si susseguono, nel percorso di elaborazione, ma ognuno ha la sua storia personale e il suo modo per attraversare il lutto. Se da un lato il lutto è un’esperienza fisiologica, che fa parte della vita e in noi ci sono le risorse emotive per attraversarlo, tuttavia sempre più frequentemente, le condizioni faticose che tante persone si trovano a vivere oggi, sul piano sociale e psicologico, ci mettono di fronte a lutti complessi, che sfociano in manifestazioni di intensa sofferenza emotiva. Prendersi cura di “chi rimane”, dopo la morte di una persona cara, significa accogliere e sostenere un dolore che spesso è la somma di tanti dolori. Chi muore frequentemente sembra portare via con sé anche “tanta parte di vita” di chi resta: amore e affetto, fatti di presenza, vicinanza, gesti quotidiani, sostegno dato e ricevuto, progetti condivisi… Resta spesso un vuoto, abitato dalla mancanza, dalla solitudine e frequentemente da una profonda stanchezza e da emozioni ambivalenti: tristezza, malinconia, senso di colpa, ma anche rabbia e frustrazione, paura, per sé e per la propria vita che cambia e ci trova impreparati e fragili. Ecco che prendere parte ad un gruppo di auto-mutuo-aiuto è un’occasione per offrire al dolore del lutto, che, vissuto nella solitudine sembra troppo intenso e paralizzante, un “luogo” dove sentirsi a casa, tra persone che condividono la stessa esperienza, quella della sofferenza della perdita. Nella mia personale esperienza come facilitatore, pur attingendo alle competenze professionali (di infermiera di cure palliative e di counselor), le risorse più importanti credo siano le mie personali esperienze di lutto. Le risonanze profonde che sento in me accogliendo il racconto delle persone del gruppo, alimentano un profondo senso di condivisione umana. Poter abitare il proprio senso di perdita e di mancanza, non sentendosi soli, ma sperimentando la vicinanza di altre persone, da un senso di contenimento, di sicurezza. La condivisione dei propri vissuti, senza il timore di essere giudicati, né di turbare gli altri, come spesso accade nella propria cerchia familiare, già satura di sofferenza, lentamente diluisce e allevia la pressione emotiva. Questo permette di sperimentare un senso di rinnovata fiducia nelle proprie risorse interiori, lenire il dolore, consolare il cuore e avvertire che lentamente emerge un nuovo desiderio di vita.

Scoprirsi vicini nel dolore. Paola, gruppo A.M.A.

Mi presento, sono Paola e sono qui perché ho perso mio marito. Di solito questo è l’inizio. Ci si presenta in poche parole o tante parole perché, come diceva Monica, ciascuno vive il lutto nel suo personalissimo modo e lo si porta in un luogo ben preciso che è quello del gruppo di Auto Mutuo Aiuto. Ora vi farò sorridere, ma prima di approdare al gruppo di Auto Mutuo Aiuto per l’elaborazione del lutto non ne conoscevo l’esistenza se non quella dell’immaginario dei film americani dove il gruppo di Auto Mutuo Aiuto è sempre legato ad un fattore di dipendenze, quindi quando ho scoperto l’esistenza di questi gruppi non sapevo neanche se rispecchiasse il mio modo di essere, il mio modo di esprimerlo. Io sono una persona abbastanza riservata e quindi andare in un gruppo e parlare di cose mie mi sembrava complicato, però è stata importante la fiducia che si è instaurata con chi mi ha accompagnata nel percorso di distacco da mio marito e della malattia, quindi i volontari, i medici, la psicologa dell’hospice che mi hanno fatto conoscere l’esistenza di questo gruppo, me l’hanno proposta ed io, a dispetto della diffidenza verso qualcosa che non conoscevo, ho deciso di fidarmi di chi mi era stato vicino e delle persone che avevano conquistato la mia fiducia in quel momento. Quindi l’importanza delle persone che ci accompagnano lungo questo percorso per me personalmente è stata fondamentale. Se fossi venuta a conoscenza del gruppo di Auto mutuo aiuto in un altro modo, credo che non avrei approfittato di questa opportunità. Il mio approdo al gruppo di Auto Mutuo Aiuto è stato un salto nel buio ed un “atto di fede” come si dice. Dopo questa prima presentazione, eravamo in un certo numero, ognuno sapeva di avere un tempo ed uno spazio per esprimere quello che sentiva per dare spazio anche agli altri che è una regola importante, non perché si voglia limitare il dolore delle persone, ma perché si vuole dare a tutti l’opportunità di parlarne. Parlarne è importante, ma la mia esperienza è stata che l’ascolto dell’esperienza altrui è stata ancora più importante. Come avete espresso molto bene nei vostri commenti, una delle emozioni che si provano in questo momento è lo smarrimento ed in uno stato di smarrimento spesso non si riescono neppure ad identificare le proprie emozioni, quindi sentire gli altri che magari riescono a dare voce, ad illuminarci su quello che possiamo sentire in quel momento è stata una cosa davvero grande. Perciò posso dire che personalmente l’ascolto è stato ancora più importante del parlare del mio lutto, non che sia stata trattenuta dal farlo… La cosa bella in questi gruppi di Auto Mutuo Aiuto è che siamo consapevoli che, ciascuno a modo suo, stiamo tutti vivendo e passando attraverso la stessa situazione e la cosa bella che si scopre questi momenti è che il dolore, il lutto condiviso diventa più leggero. Spesso si è restii nel parlare del proprio dolore perché lo si sente come qualcosa di privato. Non lo si vuole esporre, non perché non lo si voglia condividere, ma perché è qualcosa che ci appartiene, perché il dolore è l’unica cosa che riesca a mantenere in vita la persona (marito, figlio, genitore, zio…). Pur pensando che questa sia una cosa privata, il fatto che gli altri siano disponibili a condividere con noi una cosa così importante ci rende più disponibili a condividere a nostra volta questo aspetto con le persone che ci sono vicine in quel momento. Quindi i punti fondamentali sono questi: 1) l’importanza di venire a conoscenza dei gruppi di mutuo aiuto; 2) l’importanza di essere anche un po’ spinti a frequentare questi gruppi perché non sono ancora una cosa molto diffusa nella nostra cultura e quindi difficilmente le persone ci vanno di propria spontanea volontà; 3) l’importanza dell’ascolto del dolore degli altri oltre che dell’esposizione del nostro. Queste sono le tre cose che agiscono al di là della nostra consapevolezza. Io non mi sono neanche resa conto che il gruppo di mutuo aiuto stava lavorando sul mio dolore. Rendiamoci conto che condividere ed arrivare a superare non significa dimenticare. Quello che ricordo e che è un po’ la paura di tutti coloro che frequentavano i gruppi di mutuo aiuto era: “Ma se io smetto di provare dolore allora lo dimentico” e non è così. Ci si rassicura l’un l’altro andando avanti a raccontare anche gli aneddoti della vita quotidiana con le persone che amavamo e raccontali una volta, raccontali due volte, raccontali tre volte, man mano che il tempo passava, ci si incontrava proprio per il desiderio di condividere questa cosa con una certa leggerezza perché spesso ci si sente soli pur non essendo soli ed il lutto diventa ancora più faticoso per cercare di non far pesare il proprio dolore sulle altre persone che ci restano vicine siano i figli, i genitori, i fratelli, i nipoti. quello è uno spazio dedicato solo ed interamente al nostro lutto, al fatto di poterlo o non volerlo condividere ma sapendo di poterlo fare, sapendo che qualunque espressione all’interno di quel gruppo è ben accetta e le lacrime che forse al di fuori di quel gruppo cerchiamo di trattenere per non mettere in difficoltà chi ci sta vicino, nel gruppo di Auto Mutuo Aiuto sono ben accette, sono accolte come accolta è qualsiasi espressione dell’animo che venga in quel momento perché espressione del percorso che si fa. Arrivo molto velocemente al punto di come ci si rende conto che si è giunti alla fine del percorso di Auto Mutuo Aiuto. Per me è stata una cosa improvvisa, quasi un’epifania, rendermi conto che questo percorso aveva lavorato sul mio lutto, ma me ne sono resa conto anche nell’osservazione delle altre persone che partecipavano al gruppo perché pur non eliminando il ricordo, c’era una predominanza del quotidiano, del presente sul passato; c’era sempre più il desiderio di comunicare quello che si stava vivendo in quel momento piuttosto che tornare alla rievocazione del dolore vissuto. Non significava rimuovere il dolore vissuto, non significava dimenticare le persone, semplicemente significava che si ricominciava a vivere, a vedere che oltre al proprio dolore ci sono altre sfumature, altre cose della vita. Alla fine ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: “per quale motivo stiamo ancora venendo al gruppo oltre al piacere di vedersi quasi come un gruppo di amici?” e ci siamo resi conto che venivamo per rispetto nei confronti delle altre persone che partecipavano e di chi ci aveva portati lì, quindi come un senso di gratitudine verso chi ci aveva portati in quella situazione e ci aveva accompagnati in questo percorso. Arrivati a quel punto abbiamo capito che potevamo continuare a vederci come un gruppo di amici al bar ma non era più necessario continuare a vederci all’interno di un gruppo di auto mutuo aiuto.Lì poi si è aperta un’altra porta ed il mio percorso nel gruppo di mutuo aiuto non è finito perché Monica mi ha fatto questa proposta di continuare con lei questa che non è esattamente una co-conduzione, ma una presenza partecipe che potesse portare la mia esperienza come precedente fruitore del gruppo di mutuo aiuto ed anche come esempio del fatto che il percorso può portare a stare meglio o quanto meno a vivere normalmente la nostra vita e ad accettare anche tutte le cose belle e positive che ancora possiamo avere nella nostra vita senza sensi di colpa, senza giudicare noi stessi e quindi ho acquisito un’altra prospettiva del gruppo di mutuo aiuto che è stata rivedere sin dall’inizio le persone che si approcciavano all’esperienza del gruppo di Auto Mutuo Aiuto con delle aspettative, perché chiunque entri in un gruppo di mutuo aiuto, ed io per prima, ha delle aspettative e principalmente ce n’è una ovvero quella di desiderare di smettere di provare dolore il più in fretta possibile. Lì non so se sono un po’ brutale, ma nel parlare della mia esperienza dico sempre che non esiste un modo rapido per uscire dal dolore, non darò mai l’illusione che si possa, dall’oggi al domani, smettere magicamente di provare dolore e non do illusione sul fatto che sarà un percorso difficile, un percorso lungo perché il dolore è una situazione attraverso la quale purtroppo dobbiamo obbligatoriamente passare, non possiamo farne a meno. Chi cerca di soffocare il dolore, magari ci riesce per un certo periodo, ma prima o poi il dolore ritorna e quindi tanto vale affrontarlo subito ed affrontarlo insieme ad altre persone che sanno cosa stiamo provando, perché per quanto bene le persone ci vogliano, per quanto ci siano vicine, o ci siano state vicine anche nel momento della malattia o della perdita improvvisa, ognuno prova dolore a modo suo quindi solo chi lo sta passando in quel momento forse riesce ad avvicinarsi di più a quello che sentiamo. Questa è stata la mia esperienza.

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